La lotta all’inquinamento, il risparmio energetico ed il rispetto dell’ambiente sono temi caldi e negli ultimi anni sempre più trattati dai media e sentiti dal pubblico. Un tema che tocca anche il settore del packaging per prodotti biologici.
Per definizione, “bio” sono prodotti la cui produzione esclude o limita l’uso di sostanze chimiche, nei processi produttivi vengono evitati i fertilizzanti per l’agricoltura o i mangimi per l’allevamento. Inizialmente limitato per una ristretta nicchia di mercato, il biologico negli ultimi anni si è affacciato al mondo del marketing e della grande distribuzione: ne è conseguita una crescente attenzione alla presentazione dei prodotti, e quindi al packaging.
Va da sé che prodotti provenienti da coltivazioni non trattate chimicamente e non manipolate geneticamente dovranno per coerenza essere presentati in una forma e aspetto che rappresenti questi valori e li richiami intuitivamente al consumatore, sempre piu preparato ed eticamente attento a ciò che acquista. Un imballaggio convincente per prodotti bio dovrà rispettare dunque delle caratteristiche che possano rinforzare e rimarcare quelle del suo contenuto.
1. ECOLOGIA E RISPETTO DELL’AMBIENTE
Un prodotto biologico è fondamentalmente ecologico, in quanto la sua produzione ha un minimo impatto sull’inquinamento.
Il packaging ecologico è quello biodegradabile: con un minore impatto sull’ambiente circostante, è riciclabile e/o compostabile. In entrambi i casi, causa un minore inquinamento e una minor mole di materiale da imballaggio da smaltire.
2. RISPETTO DELLA SALUTE
I prodotti biologici, essendo per definizione naturali, sono ritenuti i più sani e qualitativamente migliori per la salute del consumatore rispetto alla maggior parte dei prodotti industriali, la cui composizione è spesso un elenco di sostanze o additivi chimici dalla dubbia provenienza.
Per i consumatori di un prodotto biologico, anche la composizione del packaging è importante: esso viene identificato come un supporto pratico che allo stesso tempo sia sinonimo di igiene e qualità, che non contamini il prodotto stesso e allo stesso tempo non impieghi materiali dannosi per la salute e per l’ambiente.
La normativa italiana per il packaging alimentare è tra le più severe ed è una delle più apprezzate in tutta l’Europa per l’attenzione verso il prodotto, il consumatore finale e la sostenibilità degli incarti. Secondo quanto citato dal testo di legge, l’imballaggio deve essere finalizzato alla protezione degli alimenti evitando la possibile alterazione nel tempo.
3. QUALI MATERIALI SCEGLIERE PER L’IMBALLAGGIO DI UN PRODOTTO BIO?
I materiali più adatti per contenere, trasportare e presentare i prodotti bio sono senza dubbio quelli che la tecnologia ha sviluppato negli ultimi anni e vengono definite bioplastiche.
Facili da smaltire, partecipano alla diminuzione dei rifiuti, ma allo stesso tempo rispondono in maniera impeccabile alla normativa vigente nel settore degli imballaggi alimentari: le bioplastiche si stanno dimostrando come il nuovo corso del packaging.
In particolare ecco i più diffusi materiali bio-based per imballaggi.
PLA: significa ‘acido polilattico’ che è una plastica biodegradabile ottenuta da risorse vegetali come l’amido di mais. Il PLA più comunemente usato per i prodotti monouso eco-sostenibili per alimenti ha un basso coefficiente termico e per questo motivo è comunemente usato per alimenti e bevande fredde.
Il packaging per alimenti in PLA è generalmente fabbricato con l’utilizzo di fogli termoformabili che con il calore prendono la forma desiderata. Dato che il PLA ha un coefficiente termico basso, il processo di produzione necessita meno energia immettendo nell’atmosfera meno diossina di carbonio.
Celvil propone il PLA come principale materiale plastico biodegradabile e certificato, riconosciuto tra i più adatti per l’imballaggio dei prodotti bio.
PSM: significa ‘Pla.amido derivati’. PSM è un derivato dalla risorsa rinnovabile amido di mais che è modificato per renderlo più resistente al calore. Così come il PLA, PSM deriva da risorse rinnovabili risparmiando l’utilizzo di risorse non rinnovabili come il carbone o il petrolio.
Polpa di canna da zucchero: questo materiale biodegradabile è un derivato dalle fibre della canna da zucchero ed è un eccellente sostituto dei derivati plastici. I prodotti realizzati con la polpa di canna da zucchero non sono solo derivati da risorse rinnovabili-vegetali, ma hanno anche un ulteriore vantaggio: la polpa della canna da zucchero verrebbe considerata come rifiuto, in questo modo viene riutilizzata per farne un buon uso.
Carta: la carta può essere riciclata o, essendo di natura organica, può decomporsi. Inoltre può essere prodotta da foreste sostenibili per evitare che le stesse si esauriscano.